L'immaginario collettivo dipinge da sempre la Polinesia come isole da sogno, con una natura incontaminata, dal mare cristallino, una volta toccata con mano quella realtà si capisce subito che le isole sono davvero da sogno, la natura è assolutamente incontaminata e il mare è incredibilmente cristallino.
Per non parlare di flora, fauna, dell'accoglienza della gente e del clima ideale tutto l'anno (meglio da aprile a ottobre). Insomma, un vero paradiso che si estende su una superficie di 4mila km quadrati, suddivisi tra 118 isole, raggruppate in cinque arcipelaghi: le Marchesi (a Nord), le isole della Società e le Tuamotu (al centro), le Australi (a Sud) e le Gambier (a Sud-est). Per quanto vasto, questo arcipelago sembra minuscolo, così sperduto in mezzo al Pacifico. Basta osservare un mappamondo per convincersene. Il continente più vicino - l'Australia - è situato a 5.700 km di distanza, mentre l'Italia dista oltre 18mila km e circa 22 ore di volo. Di questa zona, politicamente inquadrata come Territorio francese d'oltremare, le isole più conosciute sono Tahiti e Bora Bora, entrambe nell'arcipelago delle Società. La prima, con capitale Papeete, è la più vasta (più di mille km2) e la più popolosa (127mila abitanti). La Polinesia francese conta 245.405 abitanti, ma numerose isole ne contano solo qualche centinaia, se non decine, e circa quaranta sono addirittura disabitate.La popolazione di Tahiti e delle sue isole riunisce polinesiani (83%, con un 20% circa di "mezzosangue" o meticci), europei (12%, essenzialmente metropolitani) e cinesi (5%, comunità insediata alla fine del XIX secolo).
Sulle isole le lingue ufficiali sono il tahitiano (curioso quanto incomprensibile) e il francese, ma l'inglese è abbastanza diffuso. Nei grandi alberghi non è raro trovare però personale che parla italiano. La moneta è il Franco Pacifico Francese, che ha un rapporto di cambio fisso con l'euro (un euro equivale a circa 119 franchi), che però normalmente viene accettato.
Da anni Tahiti e le sue isole stanno puntando sullo sviluppo di un turismo ancora giovane (nato negli anni 60-70, quasi 200mila visitatori nel 2002) ma promettente. Del resto, già ora costituisce la prima fonte di reddito del territorio, davanti alla perla coltivata. La terza ricchezza è la pesca, attività tradizionale per i polinesiani, rimasta finora artigianale. In pieno sviluppo la coltivazione di prodotti agricoli (principalmente nono, vaniglia, fiori recisi, monoï), una risorsa quasi equivalente a quella costituita dai prodotti della pesca.
La Polinesia francese è sinonimo di lagune dai riflessi turchesi, non a caso la principale motivazione dei visitatori rimane, di gran lunga, balneare, tanto più che le attività acquatiche sono numerose: immersione, windsurf, charter nautici nelle isole, surf, pesca d'altura e sci nautico.
Così, l'attrattiva e la fama delle lagune polinesiane sono tali da offuscare spesso, a Tahiti come in tutte le isole alte (Marchesi, arcipelaghi della società e delle Australi), l'onnipresenza di superbe montagne ricoperte da una vegetazione rigogliosa. Cascate, laghetti, fiumi e specie endemiche si nascondo in questi massicci, accessibili a piedi o in fuoristrada. Qui avevano d'altronde scelto di abitare gli indigeni, che scendevano sul litorale soltanto per mettere in acqua la loro piroga, pescare o andare in guerra. Un tempo poco sviluppato, il turismo verde si sta organizzando e chi ha voglia di scoperte e di avventure nel cuore della natura polinesiana ha a disposizione un'ampia gamma di attività, tra cui trekking, escursioni in fuoristrada, canyoning. Un turismo principalmente d'élite, tagliato per coppie in viaggio di nozze ma, chiaramente, non destinato solo a loro. Al di là delle spese per il viaggio, il costo della vita in Polinesia, se parametrato al nostro, è oggettivamente alto.
Se ci si vuole trattare bene, non mancano hotel e sistemazioni di lusso, ma non è utopistico pensare di andare al risparmio e contenere le spese.
Per il pernottamento ci sono decine di pensioni in famiglia gestite direttamente dai polinesiani, mentre per il vitto ci sono snack bar sparsi ovunque che fondono la tradizione alimentare del luogo, fatta principalmente di pesce crudo e frutta, con baguette dal sapore francese. Il mare, i paesaggi, il sole, quelli, non costano niente. E sono davvero piaceri che non hanno prezzo.
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comunque in polinesia tutto da vedere nulla da perdere anche se qualcosa sicuramente non vedrai ma vai spesa massima tra viaggio alberghi e soldi in tasca a farla grande intorno a 5000 euro ( piu regali e svaghi vari)